Finalmente qualcosa si muove

Già, dopo tanto silenzio e tanto immobilismo, finalmente qualcosa si muove.

E non solo in casa nostra, ma anche nella UE. E non solo per i lupi, ma anche per i tordi, la cesena e l’alzavola.

Cominciamo con il grande predatore carnivoro che sta veramente diventando un incubo, tanto per gli allevatori (che sono tantissimi e preziosamente produttivi) quanto anche per l’incolumità pubblica e gli animali da cortile e da affezione che rappresentano prede ghiotte e comode. Finalmente proprio l’Ispra – sì, avete letto bene – ha deciso di muoversi, e dopo quel censimento nel quale aveva stimato che i lupi in Italia fossero “solamente” 3.300, ora corregge il tiro.

Innanzitutto, perché il Comitato permanente della Convenzione di Berna ha deciso di declassare lo stato di protezione del lupo e, poi, perché forse si è reso conto che quel famoso censimento non solo risale a ben quattro anni fa, ma è da ritenere, nella migliore delle ipotesi, ottimistico e sommario, in quanto è stata presa in esame solo una parte del territorio agro-silvo-pastorale italiano, come se i grandi carnivori abitassero solo in alcune zone e non in quasi tutta la penisola.

Per il 2025, l’Istituto ha stabilito, (ma solo con politiche di prevenzione e per animali confidenti e problematici) un prelievo tra il 3 e il 5% di esemplari, pari ad un totale tra i 100 e i 160 lupi. Per l’esattezza, è stato fissato un numero di capi per ogni regione o provincia autonoma: per il Trentino si prevede di eliminare 3-5 lupi, mentre per l’Alto Adige i prelievi potranno essere al massimo due; per il Piemonte tra 10 e 17; per la Toscana tra 13 e 22; per l’Emilia-Romagna tra 9 e 15 e così via.

Tali interventi in deroga possono partire già da subito ma c’è da sottolineare il fatto che le quote di abbattimenti appaiono addirittura ridicole se si considera la realistica presenza di oltre 5000 esemplari. Una presenza che in un Paese così antropizzato come il nostro, con un territorio certamente non sterminato e una densità di popolazione di 196 abitanti per kmq, rispetto a una media Ue di circa 115, appare decisamente insostenibile.

Di ben altro avviso, ovviamente, è la Lav, che sembra distante anni luce dalle esigenze dei cittadini, e che ha subito alzato le sue barricate ideologiche affermando che “Le presunte quote servono solo a far contenti, nella forma ma non nella sostanza, allevatori e cacciatori che non tollerano la presenza dei lupi. Si tratta di un inutile imbroglio patrocinato dal Ministero dell’Ambiente”.

Per fare chiarezza, specifichiamo e sottolineiamo subito che non ci sarà nessun “Via libera allo sterminio dei lupi” e nemmeno la tanto temuta “Apertura della caccia” a questa specie.

L’altra cosa che sembra finalmente muoversi è la rivisitazione dei famosi o famigerati Key Concepts (Concetti Chiave) per quattro specie di uccelli migratori: tordo bottaccio, tordo sassello, cesena ed alzavola. Per queste specie, la data di inizio della migrazione è stata posticipata di una decade, e pertanto, come richiesto dalla Libera Caccia che ha presentato, per anni, studi e analisi dettagliate predisposti dal proprio Ufficio Tecnico-Legislativo, non saranno più messe in discussione – speriamo – le date di chiusura “tradizionali” per simili specie, uniformando, tra l’altro,

le normative assai differenti in vigore fra l’Italia e la Francia.

C’è ancora un neo, certamente non piccolo, che va eliminato quanto prima e che speriamo sia solo il frutto di una dimenticanza: anche per la beccaccia si dovrà provvedere a correggere i KC perché, altrimenti, fra gli Stati membri della UE ci saranno sempre, inspiegabilmente, figli e figliastri.

Ora, ancora una volta, la mano passa alla politica che, tramite la Conferenza Stato Regioni, dovrà arrivare ad una definitiva approvazione del Piano d’Azione Nazionale sul Lupo.

Forse si tratta solo dell’inizio, ma è innegabile che le acque stagnanti della palude nella quale la caccia si è impantanata per lunghi anni, si stiano lentamente muovendo e che anche l’Ispra stia abbandonando la sua vocazione animalista e di asservimento politico, e abbia finalmente cominciato a vestire gli abiti del pragmatismo scientifico.

Roma, 19 febbraio 2025

Il presidente
Paolo Sparvoli

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