Una cosa è certa: non ci arrendiamo!

Una cosa è certa: non ci arrendiamo!
E andremo fino in fondo

Il brusco e inaspettato stop alla conversione in legge del Dl Agricoltura, contenente gli emendamenti proposti dal senatore Bruzzone che tutti i cacciatori italiani attendevano, ha suscitato una comprensibile e giustificata delusione.
Anche se lo stop riguarda diversi emendamenti come il contrasto alla PSA, i valichi montani ecc., in particolare, è stato proprio l’emendamento riguardante i calendari venatori a suscitare rabbia e sdegno per aver ritirato un provvedimento che ritenevamo e continuiamo a ritenere doveroso nei nostri confronti: la certezza del diritto che in ogni nazione democratica rappresenta le fondamenta stesse della convivenza civile.
Anche stavolta, insomma sembra (e sottolineo sembra) che la politica, e in particolare l’attuale maggioranza di governo, che pure ha avuto dai cacciatori risposte concrete nel corso delle ultime consultazioni elettorali, anche europee, abbia buttato alle ortiche ciò che sembrava ormai legittimamente conquistato grazie ad un approccio pragmatico all’intera problematica ambientale e faunistica e alle ripetute assicurazioni pervenute nel corso di questi ultimi mesi.
Il mondo venatorio, fatto di cittadini integerrimi e responsabili oltre che tecnicamente sempre più preparati e specializzati, non può continuare ad avere sulla testa la spada di Damocle degli innumerevoli ricorsi ai vari TAR che gli attivisti anticaccia promuovono a piene mani grazie alla generosa gratuità che è stata loro concessa.
Anche se la delusione è stata davvero grande non possiamo però permettere che questa faccia rima con disperazione, rassegnazione e con un assoluto e dannoso pessimismo.
Questa battaglia è stata momentaneamente persa ma il governo dovrà e potrà trovare altre soluzioni per garantire una gestione non ideologica ma tecnica e scientifica agli enormi problemi economici e sanitari che un aumento insostenibile di fauna selvatica – spesso problematica e pericolosa per la stessa biodiversità – sta causando all’intera nazione.
Sollecitiamo con la massima fermezza possibile il governo a trovare una soluzione in tempi rigorosamente brevissimi per non deludere, ancora una volta, le aspettative legittime di chi, dopo aver pagato in anticipo si vede cambiare le carte in tavola e le regole del gioco.
Nell’ambito delle organizzazioni unitarie faremo tutto ciò che è in nostro potere per evitare che anche la prossima stagione venatoria subisca gli stessi traumi e gli stessi tagli di quelle passate.
Come Libera Caccia, però, abbiamo l’intenzione di trarre da questa vicenda un grande insegnamento e di seguire l’esempio dei colleghi francesi che, di fronte al rifiuto di concedere delle deroghe alle cacce tradizionali praticate da secoli in alcune zone, hanno risposto con grande fermezza: “No deroghe? No controllo ungulati e fauna problematica!”

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